Meglio un arredamento di qualità o arredamento economico?
Un dilemma per chiunque si trovi ad arredare casa. Certo, la tentazione di risparmiare è sempre molto forte e le grandi catene offrono mobili a prezzi stracciati. In un solo (lunghissimo) pomeriggio è possibile tornare nella nostra nuova casa con un arredamento completo, stipato in macchina in comodi pacchi piatti che ci impediscono di vedere alcunché dal lunotto posteriore. Passeremo quindi i seguenti cinque giorni - che ci sembreranno cinque anni - a montare armadi, tavoli, sedie, ritornando al magico mondo dei lego per la prima ora, e in un incubo di viti spaiate per il resto del tempo.
E poi? Cosa avremo ottenuto?

Vi racconto una storia. La mia storia, da convinto acquirente di mobili di compensato a sostenitore dell’arredamento di qualità.
Sono sempre stato - per esigenze personali - costretto a spendere poco. La crisi, la precarietà, anche l’estrema mobilità che avevo (cambiavo casa ogni pochi mesi): tutti motivi che mi portavano a spendere il meno possibile per avere un arredamento indispensabile, funzionale ed economico. Poco importa che la mia casa fosse uguale a mille altre arredate nello stesso identico modo, o che le mensole della libreria dal nome impronunciabile si piegassero sotto il peso di pochi libri. Andava bene così.
Poi qualcosa è cambiato. Una maggiore disponibilità economica, una stabilità lavorativa ed emotiva: stavano finendo i miei anni di nomadismo lavorativo, e desideravo vivere in un bell’ambiente, ordinato, solido. Insomma, iniziava a piacermi la qualità.
Avevo ancora con me diversi mobili low-cost, brutti, con la lamina scheggiata che lasciava intravedere il truciolare sotto. Facevano ancora il loro dovere, ma non ero certo contento; in quel preciso momento avevo necessità di un armadio per i vestiti e non volevo piegarmi ancora una volta a una logica precaria. Così ho telefonato a mio padre e sono andato a prendere l’armadio che avevo in camera mia, quando ancora vivevo in famiglia, comprato nel 1993, ovvero quasi 25 anni fa. Era (è tuttora) in perfette condizioni, solido e bello. L’ho smontato e montato da solo in meno di due ore grazie a una progettazione impeccabile, e alla fine non avevo alcuna vite residua.
È stato allora che ho iniziato a capire il valore di un mobile di qualità.
Qualche mese dopo è stato il momento delle librerie e del mobile tv. Volevo qualcosa di bello e solido, qualcosa che fosse mio, che incontrasse il mio gusto personale.

Qua mi sono scontrato con la prima difficoltà: mi sono innamorato della tessitura e del colore del noce americano. Solo il materiale per il mobile tv mi è costato quasi 300 euro. Ed ero ancora all’inizio: i fine settimana successivi mi hanno visto impegnato a tagliare, correggere, costruire, scartavetrare, carteggiare, lucidare. Pur con una buona attrezzatura - e una buona dose di incoscienza - ho riversato nel mio mobile più di 25 ore di lavoro al termine delle quali era finalmente pronto, perfettamente liscio, bellissimo. Ero stanco ma soddisfatto.
Ma soprattutto avevo capito qualcosa di fondamentale: la qualità si paga. È giusto pagarla. Certo, un professionista impiegherebbe per lo stesso mobile un terzo delle ore, ma proviamo a fare due conti della serva: 300 euro di legno, 8 ore di lavoro (e l’artigiano, con tutte le tasse che deve pagare deve chiedere almeno 60 euro l’ora), il ricarico di vendita, l’IVA. Per lo stesso mobile il costo è almeno di 1000 euro.
Per questo il vero mobilio costa tanto: si paga la qualità e la competenza.
Non solo: si paga la bellezza di un oggetto che potete scegliere non per la sua conformità, ma perché arreda uno spazio personale e intimo come la vostra casa, e questo è un valore aggiunto impagabile, motivo per cui preferisco avere un mobile di meno ma di ottima fattura, piuttosto di quattro assi di truciolare che non hanno alcun valore.

E la prossima volta aprendo il portafogli non sbufferò per il prezzo, perché ho compreso quanto lavoro e impegno c’è dietro a un bell’arredamento di qualità.