Animali domestici in condominio: le regole

Animali domestici in condominio: le regole

Settembre è uno dei mesi più importanti dell'anno: quello che, al rientro dalle ferie, ci vede spesso cambiare vita e cambiare casa.
Un trasferimento può portarci lontano dai nostri cari, ma ci sono affetti, come i nostri amici a quattro zampe, da cui non potremmo mai separarci. Allora è bene, prima di scegliere una casa, dare una bella controllata ai regolamenti condominiali e chiarirci le idee su qualche luogo comune.

Dal 2013 i condomini non possono più vietare il possesso di animali domestici.

Parzialmente vero: la “riforma del condominio” in vigore dal 18/6/13 recita: “Le norme del regolamento (condominiale) non possono vietare di possedere o detenere animali domestici” ma bisogna sempre ricordare che la legge non può avere effetto retroattivo, se quindi un regolamento condominiale vietava il possesso degli animali domestici, questo divieto non viene automaticamente annullato.
Se però avete già firmato un contratto d’affitto e scoprite solo ora che gli animali domestici sono vietati non disperate: potete tentare di annullare le disposizioni a scapito dell’animale presentando ricorso al giudice di pace.

Animali e spazi comuni

Per ciò che riguarda la presenza degli animali domestici (in particolare dei cani) negli spazi comuni, prima ancora di qualsiasi regolamento dovrebbe vigere il buonsenso: un cane potenzialmente pericoloso o troppo espansivo andrebbe tenuto al guinzaglio in cortile e sulle scale, le deiezioni vanno sempre raccolte e pulite, i cattivi odori limitati o coperti con un profumo per ambienti in ascensore. Insomma, è bene arrecare il minor disturbo possibile agli altri condomini, che altrimenti potrebbero prendere in antipatia i nostri pelosetti.

Animali in appartamento: come evitare ogni disturbo

Sebbene al riparo dagli occhi dei nostri vicini di casa, è bene non dare per scontato che non possano arrecare disturbi di una certa entità ai nostri vicini.
Se il cane abbaia di continuo durante gli orari di riposo, o se ha l’abitudine di sporcare in balcone o in un giardino privato, rischiamo comunque di incorrere in discussioni sgradevoli o in problemi più seri, come un dibattito in assemblea condominiale. In tal caso, è sempre possibile fare ricorso presso il giudice di pace entro 30 giorni da qualsiasi delibera.
Bisogna fare molta attenzione alle lamentele per rumori molesti; si tratta di un’ipotesi di reato penale, e nel caso in cui i rumori creino seri disagi, documentati dall’ASL di competenza, si rischia di incorrere in sanzioni pecuniarie importanti.
Conviene perciò seguire sempre le regole del buonsenso: non sporcare troppo e pulire molto spesso, non lasciare solo il cane troppo a lungo e portarlo fuori almeno due volte al giorno, per fargli sfogare un po’ di energia.

Quando i vicini esagerano

È possibile anche che dei vicini esagerino con le lamentele, e in questo caso sarà utile fargli presente che, per richiedere un risarcimento o l’allontanamento di un animale fastidioso:
  • il disturbo deve essere dimostrato da una perizia dell’ASL competente, dalla quale risulti che sono state violate in maniera continuativa le norme sull’inquinamento acustico;
  • dev’essere dimostrabile che si tratta di un disturbo continuativo e non occasionale;
  • deve avere il supporto di testimoni disposti a comparire davanti a un giudice il disturbo deve essere causa di problemi psicofisici documentati
Inoltre,se sentite qualcuno minacciare verbalmente o fisicamente un animale ,non esitate a recarvi dalle forze dell’ordine e denunciare l’accaduto!
è possibile anche sporgere denuncia contro ignoti. In particolare,se la minaccia è ricollegabile all’intenzione di utilizzare veleno, il soggetto sarà passibile di una pena che può arrivare ai due anni di reclusione.